Riepilogo Guida MISE su Fondo Impresa Donna


Nuova guida completa sui progetti del Fondo Impresa Donna

Il Mise ha messo a disposizione delle imprese femminili una guida completa sui progetti ammissibili e le spese finanziabili dal nuovo Fondo Impresa Donna.
Le domande da Maggio 2022.
 

Cosa finanziano gli incentivi del Fondo Impresa Femminile?

Gli incentivi finanziano programmi di investimento e di spesa per avvio o sviluppo di imprese femminili, da realizzare in 24 mesi.
Quanto agli investimenti, essi possono riguardare progetti per l’avvio di una nuova impresa, nel limite di €. 250.000 al netto dell’Iva, che diventano €. 400.000 sempre al netto dell’Iva, quando essi riguardino lo sviluppo di un’impresa già esistente.

All’interno del progetto da sostenere possono esserci non solo spese direttamente connesse all’investimento da fare, ma anche quelle del lavoro e di sostentamento del capitale circolante (il flusso generato dalla gestione corrente).
Il bando interviene anche a fronte di queste ultime, rispettivamente nel limite del 20% del programma complessivo (o del 25% per le imprese con più di 36 mesi).
 

Attività ammissibili all’incentivo Fondo Impresa Femminile

I settori di intervento del bando riguardano le imprese impegnate nell’industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, servizi, commercio e turismo.
Non è invece ammessa la produzione primaria di prodotti agricoli.
 

Incentivi previsti dal Fondo Impresa Femminile

Il Fondo prevede due linee di incentivo.
La prima interessa l’avvio di nuove imprese femminili, in particolare:
  • l’avvio di una nuova attività libero professionale
  • l’avvio di una nuova attività di impresa.
Quanto sopra non solo a favore di attività professionali/imprese ancora da costituire, ma anche costituite da meno di 12 mesi.

La seconda interessa solo le imprese, non i professionisti, costituite da oltre 12 mesi.
In questo caso le risorse dovranno servire allo sviluppo e/o consolidamento dell’attività.
 

Incentivi per imprese femminili con meno di 12 mesi

Gli incentivi sono rappresentati da:
  • un contributo a fondo perduto
  • servizi di assistenza tecnico gestionale per un valore massimo di € 5.000.
Per progetti fino a €. 100.000 (iva esclusa) l’agevolazione copre fino all’80% delle spese e comunque entro un tetto massimo di € 50.000.
Per progetti fino a € 250.000 (iva esclusa) l’agevolazione copre il 50% delle spese, fino a un massimo di € 125.000.
Come detto, oltre al contributo a fondo perduto, è possibile richiedere servizi di assistenza tecnico gestionale per un valore massimo di € 5.000.
 

Incentivi per imprese femminili con oltre 12 mesi

In questo caso gli incentivi, per le sole imprese, non più per i professionisti, sono costituiti da:
  • un contributo a fondo perduto e/o
  • da un finanziamento a tasso zero da rimborsare in 8 anni.
A quanto sopra si aggiungono servizi di assistenza per un valore massimo di € 5.000.

Il finanziamento a tasso zero, della durata di otto anni, interessa i progetti fino a € 400.000, Iva esclusa.
L’agevolazione copre l’80% delle spese per un massimo di € 320.000, Iva esclusa.

Per poter godere del fondo perduto:
  • l’impresa deve avere oltre 36 mesi di vita
  • il contributo deve servire al sostentamento del capitale circolante (il flusso generato dalla gestione corrente).
 

Calcolo del contributo sul capitale circolante per le imprese femminili con più di 36 mesi

Le imprese costituite da oltre 36 mesi alla data di presentazione della domanda possono ottenere un contributo a fronte delle esigenze di capitale circolante, fino a un massimo del 25% delle spese complessivamente ammissibili e, comunque, nella misura massima dell’80% della media del circolante degli ultimi tre esercizi alla data di presentazione della domanda.
 

È previsto un importo minimo del progetto d’impresa femminile?

No, non è richiesto un importo minimo per il programma di investimento.
 

Spese ammissibili al finanziamento del Fondo Impresa Femminile

Sono ammissibili alle agevolazioni le spese relative a:
1) Immobilizzazioni materiali

ovvero impianti, macchinari e attrezzature nuovi di fabbrica coerenti e funzionali all’attività d’impresa e a servizio esclusivo dell’iniziativa, ad esempio:
  • macchinari, impianti ed attrezzature
  • macchinari, impianti e attrezzature per l’erogazione di servizi riconducibili alla sharing economy purché identificabili singolarmente e localizzabili in modalità digitale. La sharing economy, resa possibile dal progresso tecnologico, permette una fruizione semplice ed efficace di beni e servizi condivisi digitalmente. La rivoluzione digitale ha permesso una sempre maggiore diffusione di internet, della tecnologia, delle community on line e di nuove piattaforme tecnologiche come le App
  • opere edili nel limite del 30% del programma di spesa agevolabile
  • strutture mobili e prefabbricati a servizio esclusivo dell’iniziativa purché amovibili e funzionali al raggiungimento degli obiettivi del programma.

2) Immobilizzazioni immateriali necessarie all’attività agevolata, ad esempio:
  • brevetti
  • programmi informatici e soluzioni tecnologiche commisurate alle esigenze produttive e gestionali.

3) Spese per servizi, ad esempio:
  • spese per servizi in cloud ma funzionali ai processi portanti della gestione aziendale
  • spese per il personale dipendente a tempo indeterminato o determinato, assunto dopo la presentazione della domanda e impiegato nella realizzazione dell’iniziativa agevolata.

4) Rafforzamento del capitale circolante, in particolare:
  • per le imprese femminili costituite da meno di 36 mesi nel limite del 20% delle spese ammesse, da sostenersi per la loro nascita o sviluppo;
  • per le imprese femminili costituite da più di 36 mesi nel limite del 25% delle spese ammissibili e comunque nella misura massima dell’80% della media del circolante degli ultimi tre esercizi alla data della domanda.
 

Quali spese rientrano tra quelle per il capitale circolante?

Le spese per il capitale circolante comprendono:
  • materie prime, sussidiarie, materiali di consumo
  • servizi di carattere ordinario, strettamente necessari allo svolgimento delle attività dell’impresa
  • godimento di beni di terzi, quali le spese di affitto relative alla sede aziendale ove viene realizzato il progetto imprenditoriale
  • canoni di leasing e costi di noleggio relativi a impianti, macchinari e attrezzature necessari allo svolgimento delle attività dell’impresa
  • oneri per la garanzia (fidejussione o polizza fidejussoria) richiesta nel caso di erogazione dell’anticipazione pari al 20% delle agevolazioni concesse.
Ogni acquisto deve essere fatto a condizioni di mercato e da terzi che non hanno relazioni con l’acquirente.
 

Sono finanziabili le spese sostenute prima della domanda di incentivo?

Sono ammissibili solamente le spese sostenute dopo la presentazione della domanda.
Pertanto, investimenti realizzati in data antecedente non sono presi in considerazione.
 

Alla domanda di finanziamento devono essere allegati i preventivi di spesa?

Per la richiesta di incentivo è necessario presentare un business plan che preveda un programma di investimenti, ma non sono richiesti preventivi per poter presentare la domanda di finanziamento.
 

Le spese di “avviamento e licenza” rientrano tra le spese ammissibili?

Le spese di avviamento non sono ammissibili.

 


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© Questo articolo, a firma di Attilio Sartori, è apparso per la prima volta sul Blog LA MOSSA GIUSTA.
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