Il “Rating di Legalità” è un indicatore sintetico del rispetto di elevati standard di legalità da parte delle imprese.
Lo rilascia l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, su richiesta delle imprese interessate.
Conferisce un punteggio espresso in “stellette”, compreso tra un minimo di una e un massimo di tre.
Quali sono le condizioni per ottenerlo?
L’impresa richiedente ottiene il punteggio base (una stelletta) qualora rispetti tutti i requisiti di cui all’Art. 2 del Regolamento Attuativo in Materia di Rating di Legalità.
Si tratta, soprattutto, di requisiti connessi all’assenza di condizioni penalmente rilevanti ovvero interdittive (ad esempio confisca) della libera disponibilità nell’utilizzo del proprio patrimonio.
Si tratta di condizioni che ben potremmo ritenere assolutamente presenti in capo ad una azienda che si avvicini al Rating di Legalità che, di per sé, consente la valorizzazione della qualità del suo asset imprenditoriale ed organizzativo.
Requisiti da soddisfare per l’ottenimento
L’Art. 3 del Regolamento attuativo in materia di Rating di Legalità specifica che il punteggio base, pari ad una stelletta, sarà incrementato di un’ulteriore stelletta, fino a un massimo di tre, ogni qualvolta siano soddisfatti tre dei seguenti requisiti:
adesione ai protocolli o alle intese di legalità, finalizzati a prevenire e contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia legale, sottoscritti dal Ministero dell’Interno o dalle Prefetture-UTG con associazioni imprenditoriali e di categoria
utilizzo di sistemi di tracciabilità dei pagamenti anche per somme di importi inferiori rispetto a quelli fissati dalla legge
adozione di una funzione o struttura organizzativa, anche in outsourcing, che espleti il controllo di conformità delle attività aziendali alle disposizioni normative applicabili all’impresa o di un modello organizzativo ai sensi del Decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231
adozione di processi organizzativi volti a garantire forme di “Responsabilità sociale dell’impresa”, anche attraverso l'adesione a programmi promossi da organizzazioni nazionali o internazionali e l'acquisizione di indici di sostenibilità
iscrizione in uno degli elenchi di fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa, istituiti ai sensi delle vigenti disposizioni di legge (white list)
adesione a codici etici di autoregolamentazione adottati dalle associazioni di categoria o conseguenti dall’aver previsto, nei contratti con i propri clienti, clausole di mediazione - quando non obbligatorie per legge - per la risoluzione di controversie o dall’aver adottato protocolli tra associazioni di consumatori e associazioni di imprese per l’attuazione delle conciliazioni paritetiche
aver adottato modelli organizzativi di prevenzione e di contrasto della corruzione.
In sintesi, a fronte di un punteggio pari a una stelletta per la sola mancanza di contestazioni di ordine penale o provvedimenti interdittivi alla libera utilizzabilità del patrimonio aziendale, lo stesso potrà crescere rispettando condizioni ulteriori.
Il rispetto di queste ultime non è richiesto a chi intenda acquisire il punteggio minimo.
Il Rating di Legalità e il Codice Civile
Il Rating di Legalità concorre a definire l’adeguato assetto organizzativo, amministrativo e contabile richiesto dall’Art. 2086 del Codice Civile.
Tale articolo prevede l’obbligo per l’imprenditore di «…istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi di impresa e della perdita della continuità aziendale…».
È una disposizione in vigore da diversi anni, che si presenta a supporto del “Codice della Crisi d’Impresa” e che rivoluziona le regole dettate dalla normativa fallimentare che sta andando in pensione.
Al riguardo si può fare riferimento all’articolo Il nuovo “Codice della Crisi d’Impresa” apparso sul Blog del sito Studio Associato MSC.
Il Rating di Legalità, come la presenza in azienda dell’Organismo di Controllo ai sensi del Decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 (possibilità concessa a tutte le imprese ma, di fatto, realmente utilizzabile solo da quelle maggiormente strutturate), rappresenta esattamente un elemento dell’adeguato assetto amministrativo che il Codice Civile pretende.
Quali imprese possono accedere al Rating di Legalità?
Possono richiederne l’attribuzione le imprese (sia in forma individuale che societaria) che soddisfano cumulativamente i seguenti requisiti:
hanno sede operativa in Italia
hanno un fatturato minimo di €. 2 milioni nell’esercizio chiuso nell’anno precedente a quello della domanda
sono iscritte al registro imprese da almeno 2 anni alla data della domanda
rispettano i requisiti sostanziali richiesti dal Regolamento Attuativo.
Come si ottiene il Rating di Legalità?
È sufficiente presentare una domanda all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, per via telematica, utilizzando l’apposito Formulario.
Il Rating di Legalità ha durata di due anni dal rilascio ed è rinnovabile su richiesta.
Perché chiedere il Rating di Legalità?
Bisogna in primo luogo avere presenti i vantaggi competitivi legati alla maggiore trasparenza e visibilità sul mercato.
Le imprese, infatti, preferiscono sempre di più stringere rapporti commerciali con altre imprese che siano assolutamente trasparenti, tanto sul piano amministrativo, che su quello del rispetto di ogni norma posta a tutela della propria forza lavoro, per non parlare del rispetto delle norme ambientali.
Il Rating di Legalità va esattamente in questa direzione, offrendo un importante vantaggio concorrenziale alle imprese che lo volessero ottenere.
Benefici economici generati dal Rating di Legalità
Il Rating di Legalità genera altri importanti benefici, anche di natura economica:
facilita l’accesso ai finanziamenti bancari, in quanto è la legge stessa a disporre che le banche, in sede di istruttoria per la valutazione della concedibilità di finanziamenti, debbano tenere conto della presenza del Rating di Legalità attribuito all’impresa;
migliora le condizioni di erogazione, riducendo i tempi e i costi di istruttoria e migliorando le condizioni economiche in fase di accesso o rinegoziazione del finanziamento;
consente e/o agevola l’ottenimento di erogazioni pubbliche. Le pubbliche amministrazioni, infatti, in sede di predisposizione dei provvedimenti di concessione di finanziamenti alle imprese, tengono conto del Rating di Legalità ad esse attribuito, prevedendo delle premialità, quali la preferenza in graduatoria, l’attribuzione di punteggio aggiuntivo, la riserva di quota delle risorse finanziarie allocate.
In che modo il Rating di Legalità favorisce l’impresa?
L’ottenimento del Rating di Legalità favorisce l’impresa in occasione della sua partecipazione ad appalti pubblici. È indispensabile tenere presente che l’Amministrazione Pubblica ha e, sempre di più, avrà un ruolo centrale nella “messa a terra” delle risorse previste dal PNRR.
Attraverso gli appalti che potrà bandire essa consentirà alle imprese di vedere incrementata la propria attività, diventando, per questa via, le destinatarie ultime delle risorse europee.
La fase di aggiudicazione, negli appalti, è una procedura complessa che si concretizza nella stesura di graduatorie, che stabiliscono quali siano le imprese vincitrici della gara e l’entità dei lavori aggiudicati.
Il posizionamento in graduatoria dipende da molti fattori e certamente disporre del Rating di Legalità è di estremo vantaggio.
Il nuovo codice degli appalti, infatti, inserisce il Rating di Legalità come criterio premiale nella valutazione dell’offerta di gara.
Questo potrà consentire all’impresa una migliore posizione in graduatoria.
Non disporre del Rating di Legalità vorrà dire, per le imprese, aver lasciato degli spazi aperti alla concorrenza che, per il solo disporne, potrà occuparli, estromettendo i competitors che non ne sono dotati.
Cosa succede nel settore privato?
Le procedure di scelta dell’interlocutore commerciale, nel settore privato, seguono, naturalmente, percorsi completamente diversi.
Tuttavia tutte le imprese tendono sempre di più a volersi rapportare con altre che siano “di valore”.
È altissimo il rischio di trattare con soggetti inadeguati, malgrado le imprese facciano di tutto per tenerli alla larga.
Il malaffare, l’infiltrazione mafiosa, il non rispetto di regole e procedure, la vessazione nei confronti dei dipendenti, l’insofferenza o il disprezzo verso le norme contro l’inquinamento sono solo alcune delle situazioni con cui le imprese serie non desiderano avere a che fare.
Per evitarle devono disporre di elementi che valgano a far emergere le qualità delle imprese con le quali vengono in contatto nello svolgimento della loro attività.
Il Rating di Legalità risponde in pieno alla loro esigenza.
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