«Il lavoro e i luoghi di lavoro sono soggetti a continui cambiamenti dovuti all’introduzione di nuove tecnologie, sostanze e nuovi processi lavorativi, a modifiche della struttura della forza lavoro e del mercato del lavoro, nonché a nuove forme di occupazione e organizzazione del lavoro.».
Lo afferma l’“Agenzia per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro”, che aggiunge come questa situazione certamente comporti «rischi e sfide di nuovo tipo per la salute e la sicurezza dei lavoratori, i quali devono essere previsti e affrontati per garantire la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro in futuro.».
Le aziende cambiano come conseguenza del loro continuo processo di adattamento alle esigenze del mercato, ma restano sempre, prima di tutto, organizzazioni composte da uomini e donne.
Donne e uomini che si coordinano nel loro operare per massimizzare il contributo, con l’ausilio di ogni altro tipo di risorsa, tecnologica, meccanica, informatica, al perseguimento del fine ultimo dell’impresa che è il soddisfacimento dei bisogni umani.
Si parte dall’essere umano, quindi, la cui salute e sicurezza deve essere salvaguardata.
Sicurezza e salute non devono però intendersi solo in rapporto all’ambiente di lavoro fisico e all’utilizzo dei mezzi di produzione.
Si deve fare riferimento anche alla qualità delle relazioni interpersonali, al rispetto di cui queste ultime devono essere permeate, all’assenza di ogni forma di prevaricazione.
Il termine 'Mobbing' è ormai da diverso tempo entrato nel linguaggio, non solo giuridico, ma anche comune, per indicare un insieme di comportamenti aggressivi e persecutori posti in essere sul luogo di lavoro, al fine di colpire ed emarginare la persona che ne è vittima.
Il Mobbing rientra a pieno titolo tra i rischi emergenti in azienda.
È un reato penale, che va incontro a una crescita esponenziale perché i rapporti umani si moltiplicano al crescere del numero delle risorse (umane) dedicate alla gestione, in aziende sempre più impegnate nello sviluppo dell'automazione dei processi produttivi.
La forza lavoro impegnata nei processi manuali di produzione si riduce, mentre cresce quella impegnata nell'organizzazione dei processi aziendali.
Cambia quindi il modo di lavorare perché le persone devono necessariamente relazionarsi sempre di più tra loro.
Il contatto verbale (e di fatto anche fisico quando sono costrette in uffici, sezioni amministrative, aree di controllo…) aumenta, in particolare nei confronti di soggetti che, nella scala gerarchica, occupano posizioni di livello superiore e che, molto spesso, si sentono per questo investiti di una autorità che li convince di poter prevaricare i propri subordinati, quasi avendone diritto.
Avviene dappertutto e anche negli ambienti professionali.
In azienda o in Studio, la quotidianità del lavoro amministrativo è caratterizzata da una tensione di fondo, anche intensa, legata a problematiche quotidiane e al rispetto di scadenze assillanti, dalla condivisione degli stessi ambienti, dal continuo rapportarsi con titolari o professionisti.
Tutto questo contribuisce a creare una sorta di famigliarità nei rapporti che abbassa il grado di attenzione, che obbligatoriamente dovrebbe essere riservata alla qualità di questi ultimi o apre spiragli a comportamenti deliberati di sopraffazione da parte di soggetti che fanno della prevaricazione un comportamento abituale.
Bisogna quindi essere estremamente attenti, come dimostra un recente episodio avvenuto in diretta nel corso di una manifestazione sportiva trasmessa da una nota piattaforma televisiva a pagamento e oggetto di una forte critica mediatica, al rispetto assoluto di ogni regola di ottimo comportamento.
La famigliarità nei rapporti è pericolosa.
Dà l’impressione di facilitare le relazioni in un ambiente come l’azienda o lo Studio Professionale, dove tale miglioramento deve essere, in realtà, ottenuto solo migliorando le procedure.
La vera serenità nel luogo di lavoro non si ottiene con la famigliarità, bensì con lo stimolo allo svolgimento di un lavoro ordinato e al controllo esercitato in forma positiva, con l’intento di esaltare le qualità delle persone che vanno sostenute e mai mortificate.
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© Questo articolo, a firma di Attilio Sartori, è apparso per la prima volta sul Blog LA MOSSA GIUSTA.
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