Clicca il link per la Video intervista con l'avvocato Antonio Prade
Esperto di Diritto d'Impresa
Il Nuovo Codice dei Contratti Pubblici ne decreterà la fine?
Chi sarà il vincitore e chi lo sconfitto?
Le gare si fanno per realizzare le opere ed erogare i servizi. Questa è la filosofia che sta alla base del Nuovo Codice dei Contratti Pubblici. Sembra ovvio ma così non è o, quanto meno, non lo è stato fino a oggi.
Abbiamo già cominciato a esaminare la nuova normativa per vedere se essa, al di la dei proclami, rispecchi l’esigenza di fornire agli enti appaltanti e alle imprese strumenti chiari e univoci per operare su un piano concreto.
Si dice che il nuovo Codice dei Contratti Pubblici (o nuovo Codice degli Appalti come spesso è nominato) sia una sorta di “testo unico” che fa chiarezza definendo linee guida precise, fissando paletti da rispettare tanto da parte degli appaltanti che degli appaltatori.
Si sostiene come esso snellisca le procedure, consentendo di tagliare i tempi della burocrazia che in Italia sono praticamente infiniti.
Con queste premesse sembrerebbe allora la norma giusta a consentire che la partita tra la Pubblica Amministrazione e le imprese possa svolgersi con regolarità e nei 90 minuti canonici.
In realtà le due squadre giocano nella stessa metà del campo e per entrambe la porta è unica perché comune è l’obbiettivo di concedere gli appalti e realizzare le opere.
Il problema è che i giocatori non rinunciano al farsi falli e sgambetti e quindi non può mancare, anche in questo caso, un arbitro che applicherà il regolamento, ovvero il nuovo codice.
Il nuovo Codice dei Contratti Pubblici è un regolamento adeguato a disciplinare i comportamenti dei giocatori ma senza impedire loro di giocare?
E’ idoneo a impedire che della partita facciano parte giocatori incapaci di giocare o solamente intenzionati a truccarla a loro vantaggio?
Sotto quest’ultimo profilo è singolare il fatto che il nuovo codice individui l’arbitro nell’ANAC che è l’Autorità Nazionale Anti Corruzione.
Sembrerebbe allora che la corruzione fosse l’unica cosa da controllare e scongiurare nel mondo degli appalti.
Certamente è un aspetto fondamentale, ma altrettanto importante sarebbe accertare e monitorare la “qualità” dei soggetti aggiudicatari degli appalti, ovvero la loro esperienza, perizia, solidità finanziaria e economica, trasparenza nei rapporti di lavoro e sicurezza nei cantieri.
Relativamente a questi aspetti, sono in molti a essere scettici
Temono che la normativa rivisitata non aggiunga nulla, ma addirittura tolga qualche cosa, a quella precedente, proprio riguardo la selezione del contraente in particolare quando essa avvenga con il cosiddetto “affidamento” diretto e la “procedura negoziata” con la quale l’ente appaltante aggiudica un contratto pubblico senza espletare l’ordinaria fase preliminare di pubblicazione del bando di gara.
Già si è visto come il tema sia articolatissimo, ma spero che con questa seconda intervista ad esso dedicata sia possibile avere una visione d’ insieme sufficiente.
Anche in questa occasione il mio ospite sarà l’Avvocato Antonio Prade, affermato nella sua professione e particolarmente esperto, tra tutto, proprio nella normativa degli Appalti Pubblici.
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© Questo articolo, a firma di Attilio Sartori, è apparso per la prima volta sul Blog LA MOSSA GIUSTA.
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