La «Tregua Fiscale»: muovere i primi passi


La “Tregua Fiscale” 

Imprese e i professionisti si affacciano al labirinto formato dalle “12 norme” che, nella Legge di Bilancio appena varata, configurano la cosiddetta “Tregua Fiscale”.


Leggi l’articolo pubblicato qualche giorno fa nel Sito dello Studio Associato MSC

Legge di Bilancio 2023 e "Tregua Fiscale"


Le norme che compongono il capitolo “Tregua Fiscale” nella Legge di Bilancio 2023 sono numerose, 12 appunto, e affrontano diverse tipologie di omissioni e ritardi nell’adempimento degli obblighi di versamento di imposte e contributi proponendo importanti sgravi e alleggerimenti del carico sanzionatorio che, in molti casi, passa dal 30% del tributo non pagato al 3% dello stesso.

Una opportunità, che in molti chiamano “condono”, che non va assolutamente trascurata.
 

Il primo passo da fare 

Il primo passo da fare è quello di conoscere in dettaglio la propria posizione debitoria nei confronti dell’Erario.
Sia con riguardo alla natura e alla misura agli importi dovuti che allo stato del loro pagamento, ovvero se completamente omesso oppure da effettuare solo in misura residua avendo avviato una rateazione poi interrotta.

In quest’ultimo caso, rateizzazioni avviate ma poi interrotte, non è neppure detto che l’aver omesso il pagamento di alcune rate (anche parecchie), comprese nel piano di rateazione, voglia dire automaticamente la sua decadenza.
Al contrario, molto spesso la rateazione può essere ripresa conservando i suoi vantaggi.
 

Come si fa a sapere se si è debitori del Fisco?

Va detto che certamente sono state recapitale le “Cartelle Esattoriali” che sono sempre inviate al contribuente destinatario presso il domicilio fisico noto all’agente della riscossione.

Si tratta allora di svuotare la cassetta delle lettere appesa davanti all’ingresso di casa, dell’azienda ovvero del proprio studio.

Per imprese e professionisti il recapito avviene, in aggiunta, anche all’indirizzo di posta elettronica certificata (PEC).

 

Aprire la PEC

Prima ancora di aprire la cassetta delle lettere sarebbe allora il caso di “aprire” la PEC.
Deve essere fatto con estrema frequenza perché quello digitale è il principale e più aggiornato canale di comunicazione tra il Fisco e il Contribuente.


Indipendentemente dalla sua lettura, la PEC si intende ricevuta dal destinatario nel momento esatto in cui il sistema elettronico di trasmissione certifica la consegna nel “server di posta elettronica” di quest’ ultimo, cosa che avviene entro pochi istanti dall’ invio.

Con la certificazione dell’avvenuta consegna, il mittente sa che il destinatario è messo in condizione di conoscere il contenuto della comunicazione e che diventa irrilevante la circostanza che lo abbia letto oppure no.
Dallo stesso istante di ricevimento della certificazione dell’avvenuta consegna, decorrono anche i termini, per il destinatario, che dovessero essere indicati nella comunicazione perché egli ponga in essere determinati comportamenti conseguenti (una opposizione, un ricorso, una acquiescenza, un pagamento…).
 

Non ha senso dire «Non ho letto la PEC»

Rispondere «Io non ne sapevo niente», in presenza di una PEC la consegna della quale sia stata certificata dal sistema di trasmissione telematica (come sempre avviene) non ha alcun significato, essendo l’affermazione contraddetta dall’evidenza telematica.
 

La PEC è come una raccomandata

In realtà è molto di più perché sottratta agli errori di recapito, al mancato ritiro - “colposo” o “doloso” - da parte del destinatario, ecc.
 

Le Cartelle esattoriali si consultano anche “On Line”

Esiste sempre però il rischio che la raccomandata e la PEC non vengano lette dal destinatario con tutte le conseguenze descritte a suo carico.

Per sottrarsi a quanto sopra, chiunque può verificare la propria situazione debitoria/creditoria con l’Erario, entrando nell’area riservata del portale web dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione (con credenziali digitali personali, come ad esempio SPID o la CIE, ossia la Carta d’Identità Elettronica).

Con una specifica funzionalità, denominata “Situazione debitoria – Consulta e paga“, sarà possibile verificare tutte le eventuali pendenze a carico e anche procedere con pagamenti, richieste di rateizzazione, chiarimenti.


Per quanto riguarda i debiti verso gli enti locali si deve invece entrare nel portale dell’amministrazione di riferimento e cercare lo specifico servizio dedicato alla riscossione.
Anche in questi casi servono le credenziali SPID o CIE.
 

E per chi non è “tecnologico”?

Non tutti siamo in grado di destreggiarci tra Portali On line, Spid, Cie.

È sempre possibile prendere allora un appuntamento con l’“Agenzia Entrate-Riscossione” (è la denominazione esatta), recarsi presso i suoi uffici  e parlare con un funzionario.
Quest’ultimo accederà alla posizione debitoria integrale e produrrà ogni tipo di documentazione, commentandola, indicando i possibili comportamenti da assumere, consentendo di avere un quadro completo della propria posizione e delle iniziative da prendere per tenerla sotto controllo.


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© Questo articolo, a firma di Attilio Sartori, è apparso per la prima volta sul Blog LA MOSSA GIUSTA.
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