Contributi e agevolazioni per chi investe nelle Start Up innovative
Rafforzamento delle misure esistenti attraverso il rifinanziamento dell’agevolazione Smart&Start Italia e del Fondo di Venture Capital, nuove risorse a valere sul Fondo di garanzia per lo sviluppo delle PMI, contributi a fondo perduto per acquisire servizi innovativi, agevolazioni per chi investe nel capitale delle start up innovative.
Start Up innovative al centro di un progetto di sviluppo economico
Sono queste le novità del decreto Rilancio per rafforzare le Start Up Innovative.
E’ esatto dire che ormai da anni le Start Up Innovative sono al centro di un progetto di sviluppo economico nazionale che punta su ricerca ed innovazione?
Certamente, e infatti già nel 2017 avevo descritto le loro caratteristiche distintive e perché fossero un modello di impresa che avrebbe caratterizzato gli anni a venire.
E’ possibile leggere quanto da me scritto allora, assolutamente ancora di attualità, nel Blog dello Studio Associato MSC cui rimando al seguente link: Policy nazionale a sostegno delle Start Up innovative
Non a caso il governo opera ora, nel Decreto Rilancio che fa parte del pacchetto di provvedimenti finalizzato a contrastare la crisi economica generata dalla pandemia Covid, per rilanciarne l’operatività e i vantaggi connessi all’investimento nelle stesse.
Agevolazioni per le Start Up innovative fin dall’inizio
Fin dalla loro comparsa, le Start Up Innovative (soprattutto SRL anche semplificate-Srls) sono state destinatarie di agevolazioni particolari, proprio perché la loro natura è quella di strumenti finalizzati a generare lo sviluppo imprenditoriale nei settori da tempo giudicati come i più importanti per il futuro, non solo dell’economia nazionale, ma addirittura, direi, mondiale.
Con il Decreto Rilancio il Governo, in quest’ottica, si propone di rafforzare le misure di vantaggio già esistenti rifinanziandole e di lanciare nuove agevolazioni per il loro sostegno.
Esistono già le misure a sostegno che il Governo vuole potenziare?
Certamente.
Per prima cosa vengono rafforzati alcuni strumenti già rodati, come la misura nazionale Smart&Start Italia.
Smart&Start Italia è l’incentivo principe, che sostiene la nascita e la crescita delle Start Up Innovative ad alto contenuto tecnologico, in tutte le regioni italiane.
Si propone di finanziare iniziative nelle quali lo sviluppo d’impresa sia il frutto di una intensa attività di ricerca funzionale alla creazione di progetti dove l’innovazione, di prodotto e di processo, sia posta al centro.
Non a caso l’incentivo si rivolge in via esclusiva alle Start Up Innovative, perché la ricerca e l’innovazione sono parte del loro DNA.
Per avere un quadro più preciso dell’agevolazione Smart&Start Italia è possibile leggere quanto da me pubblicato nel Blog dello Studio Associato MSC al seguente link: Smart & Start 2020. Al via le domande di finanziamento
L’incentivo Smart&Start Italia a grandi linee
All’incentivo possono accedere esclusivamente:
le Start Up Innovative, che per essere tali devono essere costituite da meno di cinque anni (limite ora portato a sei anni dal Decreto Crescita)
non è necessario che esse siano già costituite ma i soggetti che vogliono accedere all’agevolazione devono impegnarsi a costituirle entro un tempo determinato.
In questo modo sarà possibile presentare la domanda di accesso all’agevolazione e solo successivamente, una volta conseguita, costituire la società
i soggetti che ne compongono la compagine sociale possono essere
• Italiani, anche se residenti all’estero;
• cittadini stranieri in possesso dello "startup Visa”
sono ammesse anche le imprese straniere purché si impegnino a istituire almeno una sede sul territorio italiano
è rivolto a progetti che prevedano spese comprese tra 100 mila ed 1,5 milioni di euro.
L’agevolazione consiste in:
un finanziamento a tasso zero
con garanzia Statale (concessa dal Medio Credito Centrale all’ente finanziatore) fino a copertura dell’80% delle spese ammissibili. In pratica di fronte ad una richiesta di finanziamento pari a 100, lo Stato si farà carico di garantire la somma erogata nella misura di 80, mentre il finanziato dovrà farsi carico del rimanente 20.
Questa percentuale può salire al 90% se la Start Up è costituita
interamente da donne senza alcun limite di età
da donne e uomini dove questi ultimi abbiano meno di 36 anni
oppure se tra i soci sia presente un esperto col titolo di dottore di ricerca (o equivalente) italiano che lavori all’estero e voglia rientrare in Italia.
Le start up con sede in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia possono godere di un contributo a fondo perduto pari al 30% del mutuo e restituire così solo il 70% del finanziamento ricevuto.
Quali sono i termini per la restituzione?
Il finanziamento va restituito in 10 anni a partire dal 12° mese successivo all’ultima quota di finanziamento ricevuto.
Si tratta di un preammortamento che consente, di fatto, di portare i tempi di rimborso da 10 a 11 anni ed ancora di più se si considera che tale tempistica decorre dalla data di erogazione del finanziamento e che il progetto finanziato può essere realizzato in 24 mesi.
Quali devono essere i requisiti del progetto?
Il progetto imprenditoriale deve possedere almeno una delle seguenti caratteristiche:
avere un significativo contenuto tecnologico e innovativo e/o
essere orientato allo sviluppo di prodotti, servizi o soluzioni nel campo
dell’economia digitale e/o
dell’intelligenza artificiale e/o
della Blockchain e/o
dell’internet of things
finalizzato alla valorizzazione economica dei risultati della ricerca pubblica e privata.
Le spese del piano d’impresa devono essere sostenute nei 24 mesi successivi alla firma del contratto.
Sono, ad esempio, finanziabili:
spese per impianti, macchinari e attrezzature nuove di fabbrica
componenti hardware e software
brevetti, marchi e licenze
certificazioni
know-how e conoscenze tecniche direttamente correlate alle esigenze produttive e gestionali dell’impresa
licenze e diritti relativi all’utilizzo di titoli della proprietà industriale
investimenti in marketing e web marketing
le spese per l’ acquisto di materie prime
le spese per i servizi necessari allo svolgimento delle attività dell’impresa
hosting e housing
godimento beni di terzi.
Quale sarà il rafforzamento previsto dal Governo per l’agevolazione Smart&Start?
La misura Smart&Start, gestita da Invitalia, verrà rafforzata con risorse aggiuntive pari a 100 milioni di euro per l'anno 2020.
Quali altre misure saranno potenziate?
Incentivi per investire nelle Start Up Innovative
La destinazione alle Start Up Innovative di una parte del Fondo nazionale di garanzia per le piccole e medie imprese.
Incentivi per investire nelle Start Up innovative
Fin dalla loro nascita, le Start Up Innovative si sono caratterizzate per la presenza di un’agevolazione riconosciuta a coloro che, persone fisiche e/o società, avessero investito nel Capitale sociale di una Start Up Innovativa, tanto in sede di prima costituzione che di successivo aumento di capitale.
L’agevolazione assume una forma diversa a seconda che l’investitore sia:
- una persona fisica
- una società
ma in entrambi i casi consiste in una percentuale dell’ investimento operato.
Persona fisica
Nel primo caso l’agevolazione consiste in un Credito di Imposta che la persona fisica potrà utilizzare per abbattere il proprio debito IRPEF.
In concreto se dal Modello Unico PF emergesse un debito di 100 ma si disponesse di un credito di imposta per aver investito nel capitale sociale di una Start Up Innovativa di 50, quanto si dovrà pagare all’ Erario a titolo di IRPEF verrebbe ridotto de credito d’imposta, ovvero (100-50) = 50.
Si tratta in questo caso di una Detrazione di Imposta.
Società
Se invece il soggetto investitore fosse una società di capitali, l’agevolazione, che ipotizziamo sempre pari a 50, andrebbe ad abbattere la base imponibile.
Così, se la base imponibile sulla quale calcolare IRES ed IRAP fosse di 100, essa sarebbe ridotta a 50 grazie all’utilizzo dell’agevolazione (100-50)= 50, e le imposte verrebbero pagate su questo importo netto.
Si tratta in questo caso di una Deduzione dalla Base Imponibile ovvero, in maniera impropria, di un Onere Deducibile.
Qual è la misura dell’agevolazione?
La misura dell’agevolazione è oscillata negli anni ma ora, con il Decreto Crescita, il governo l’ha fissata a un importo pari al 50% della somma investita dal contribuente nel capitale sociale di una o più Start Up Innovative direttamente ovvero per il tramite di organismi di investimento collettivo del risparmio che investano prevalentemente in tali società.
L’agevolazione decorrerà dal momento dell’investimento ed è riservata alle sole Start Up Innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle imprese al momento dell'investimento.
L'investimento massimo detraibile non potrà eccedere, in ciascun periodo d'imposta, l’importo di 100 mila euro e dovrà essere mantenuto almeno per tre anni.
La destinazione alle Start Up Innovative di una parte del Fondo nazionale di garanzia per le piccole e medie imprese
Il Fondo nazionale di garanzia per le piccole e medie imprese, strumento fondamentale per lo sviluppo delle PMI, grazie alla garanzia che esso offre agli Istituti di Credito a fronte dei finanziamenti operati da questi ultimi in favore delle prime (fino all’ 80% del finanziamento concesso) disporrà di una particolare riserva di fondi a favore delle Start Up Innovative.
Si tratta, in particolare, di una quota pari a 200 milioni di euro, a valere sulle risorse già assegnate al fondo, che sarà resa accessibile alle sole Start Up Innovative.
Fondo di sostegno al venture capital
Una delle caratteristiche delle Start Up Innovative è quella di poter emettere, seguendo un percorso semplificato, strumenti finanziari per l’investimento nel proprio capitale, anche rivolti ai pubblici risparmiatori, come - ad esempio - obbligazioni convertibili o altri strumenti finanziari di debito, che prevedano la possibilità del rimborso dell'apporto effettuato, nonché mediante l'erogazione di finanziamenti agevolati.
Il Fondo di sostegno al venture capital, già esistente dal 2018, sarà rifinanziato con risorse aggiuntive pari a 200 milioni di euro per l'anno 2020.
Un apposito decreto del Ministro dello Sviluppo economico, da adottarsi entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legge, individuerà le modalità di attuazione delle agevolazioni.
Nuovi strumenti di sostegno del "Decreto Rilancio"
Oltre al rafforzamento delle misure già in essere, il Decreto Rilancio prevede anche nuovi strumenti di sostegno.
Si parte dal Credito d’imposta per le attività di Ricerca e Sviluppo (R&S)
In generale la normativa in tema di credito di imposta a fronte delle attività di ricerca e sviluppo svolte da tutte le imprese, (per un approfondimento è possibile leggere il mio articolo presente nel Blog dello Studio Associato MSC al seguente link: Legge di Bilancio e Collegato Fiscale: qualcosa di buono
prevede la possibilità di agevolare le spese a fronte di contratti di ricerca con soggetti terzi, aventi a oggetto il diretto svolgimento da parte del soggetto commissionario delle attività di ricerca e sviluppo ammissibili al credito d'imposta.
In pratica le spese per l’attività di ricerca e sviluppo che alimentano, generano per l’azienda, a determinate condizioni, un credito d’imposta da utilizzare ad abbattimento di tutto quanto dovuto all’erario ed emergente dalle deleghe di pagamento F24.
Tali spese non devono necessariamente riferirsi ad attività di ricerca e sviluppo svolta in azienda, ma anche affidata a terzi in forza di precisi accordi commerciali.
Qualora tali accordi vedano, in veste di commissionari, università e istituti di ricerca residenti nel territorio dello Stato, le spese per essi sostenute concorrono a formare la base di calcolo del credito d'imposta per un importo pari al 150 per cento del loro ammontare.
In pratica, se la spesa sostenuta nei confronti di questi soggetti a fronte dell’attività di ricerca, fosse per 100, la stessa concorrerebbe a formare la base per la determinazione della misura del credito di imposta per l’importo di 150.
Novità del "Decreto Rilancio"
La novità introdotta col "Decreto Rilancio" è di estrema importanza.
Esso infatti, relativamente alla determinazione della base di calcolo del credito d’imposta sulla ricerca e sviluppo, equipara le Start Up Innovative alle università e istituti di ricerca.
In questo modo anche i contratti di ricerca stipulati con Start Up innovative potranno beneficiare della stessa maggiorazione della base di calcolo.
In aggiunta a quanto sopra, il "Decreto Crescita" prevede contributi specifici per acquisire servizi innovativi.
E’ previsto Infatti un contributo a fondo perduto esclusivamente per le Start Up Innovative per l’acquisizione di servizi prestati da:
incubatori
innovation hub
business angels
altri soggetti pubblici o privati operanti nello sviluppo di imprese innovative.
Lo scopo è quello di facilitare l'incontro tra le imprese e il mondo dell’innovazione, tramite uno stanziamento, per l'anno 2020, pari a 10 milioni di euro.
Le agevolazioni saranno concesse, alle condizioni e con le modalità e i termini definiti con decreto del Ministro dello sviluppo economico, da adottare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legge.
In conclusione: belle parole o sostanza?
Come al solito si deve, ahimè, rilevare che se le misure già esistenti sono operativamente accessibili, per le nuove misure sarà necessario attendere i decreti che ne consentiranno l’operatività.
Il termine di 60 gg dalla data di entrata in vigore del Decreto Crescita è abbondantemente passato, ma dei Decreti non sembra vi siano tracce.
In ogni caso va detto che, una volta emanati, tali Decreti dovranno superare iter procedurali che li porteranno ben oltre il 2020.
Si ripete quello che si è sempre detto.
Il mondo delle imprese è sconosciuto ai nostri governanti che solo a parole lo identificano come baluardo della difesa dagli effetti della pandemia e motore per il rilancio economico.
Quelle dei nostri governanti, parlando delle imprese, sono frasi vuote e di circostanza.
Essi puntano solo al consenso da parte di masse di soggetti che fanno della propria capacità di pensare e valutare consapevolmente un inutile orpello… come la pancia di cui tutti vorrebbero liberarsi.
E’ da qui che arriva il consenso, non certo dal mondo dell’impresa, al punto che se solo venisse adottata, finalmente, una politica che vedesse le imprese al centro, ci sarebbe la rivolta di tutti coloro che, al grido di “guai a chi tocca il bonus monopattino”, assalterebbero il palazzo.
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