Dal 2 febbraio aperte le domande per il Fondo di Salvaguardia


Aperte le domande per il Fondo di Salvaguardia per le crisi aziendali.
Un provvedimento interessante, ma riservato a imprese strutturate di medio-grandi dimensioni, che possono accedere a nuovo capitale per finanziare piani di ristrutturazione.
 

Fondo di Salvaguardia: di cosa si tratta?

Il Fondo di Salvaguardia per le Imprese è operativo dal 2 febbraio.
Le aziende possono fare domanda di accesso, utilizzando lo sportello online gestito da Invitalia.
 
L’obiettivo dell’iniziativa è dare sostegno alle imprese strategiche per il Paese, attraverso un ingresso nel capitale da parte dello Stato, con una quota di minoranza e per la durata massima di cinque anni.
 
È stato il Decreto Rilancio, varato prima dello scoppio della pandemia e rivelatosi, nei fatti, uno dei provvedimenti anti-Covid più significativi del 2020, a istituire il Fondo.
 

Chi può accedervi

Possono chiedere l’intervento del Fondo le imprese in difficoltà economico-finanziaria, oppure quelle che hanno avviato un confronto presso la struttura per la crisi d’impresa del Ministero dello Sviluppo Economico.
 
Bisogna però essere in possesso di almeno uno dei seguenti requisiti:
  • essere titolari di marchi storici di interesse nazionale che devono essere iscritti nell’apposito registro
  • essere società di capitali con almeno 250 dipendenti sul territorio nazionale (compresi contratti a termine, apprendisti, dipendenti part-time)
  • essere imprese che detengono beni e rapporti di rilevanza strategica per l’interesse nazionale.
 
In particolare bisogna essere imprese attive in uno dei seguenti settori:
  • robotica
  • semiconduttori
  • cyber sicurezza
  • tecnologie aerospaziale
  • nanotecnologie
  • sicurezza alimentare
  • settore sanitario
  • infrastrutture aerospaziali
  • energia
  • trasporti
  • biotecnologie
  • salute
  • comunicazioni
  • media
  • difesa
  • intelligenza artificiale.
 

Quali sono gli interventi agevolabili?

Il Fondo finanzia programmi di ristrutturazione, finalizzati alla salvaguardia occupazionale e alla prosecuzione dell’attività.
 

In che modo interviene il Fondo?

L’intervento consiste in un ingresso nel capitale di rischio (Capitale Sociale) da parte di Invitalia
  • con una partecipazione di minoranza
  • non superiore a 10 milioni di euro.
 
L’exit dal capitale di rischio da parte di Invitalia avviene
  • dopo un massimo di cinque anni
  • a condizioni già definite al momento dell’operazione.
 
All’ingresso nel capitale partecipano anche
  • investitori privati indipendenti
  • con risorse pari almeno al 30% dell’operazione
 
L’impresa proponente deve garantire, a sua volta, un contributo proprio, che varia a seconda delle dimensioni:
- almeno il 25% per le piccole imprese
- almeno il 40% per le medie imprese
- almeno il 50% per le grandi imprese
 
In pratica, a grandi linee, per un’impresa rientrante tra quelle dotate dei requisiti di cui sopra e operante nei settori “Pillar” prima evidenziati, che avesse un Capitale Sociale di 1.000.000,00 di Euro e un progetto di Investimento per 10.000.000,00, previa approvazione dello stesso da parte di Invitalia
Invitalia entrerebbe nel Capitale Sociale, che le verrebbe ceduto dai detentori nella misura, ad esempio, del 35%.
 
  • Per effetto di ciò quest’ultima potrebbe garantire la copertura del fabbisogno legato allo sviluppo dell’investimento nella misura, ad esempio, del 45% (4.5000.000 di Euro).
  • Gli investitori privati entrerebbero nel Capitale Sociale con una quota ulteriore (ad esempio del 10%).
  • Oppure questi ultimi garantirebbero la copertura del fabbisogno legato allo sviluppo dell’investimento nella misura, ad esempio, del 30% (3.000.000 di Euro).
  • L’azienda richiedente parteciperebbe in prima persona all’investimento (nell’ipotesi che fosse una piccola impresa) con il 25% (2.500.000,00 di Euro).
 

Modalità di presentazione della domanda

Per presentare la richiesta bisogna:
  • registrarsi ai servizi online di Invitalia
  • accedere all’area riservata
  • presentare la domanda scaricando la documentazione da allegare
 
Sul portale di Invitalia sono presenti tutte le istruzioni particolareggiate e la modulistica da scaricare.
Sono necessari firma digitale e casella di posta elettronica certificata.
Al termine della procedura viene assegnato un numero di protocollo elettronico.
 

Che giudizio è possibile dare?

La norma è importante e carica di valore aggiunto, sotto il profilo del rilancio delle imprese sopraffatte dalla pandemia e, con esse, dell’economia Italiana nel suo complesso.
 
Certamente si tratta di una norma destinata a imprese “strategiche“ sul piano industriale e certamente strutturate.
 

Finalmente una strategia per la ripresa

Si tratta tuttavia, finalmente, non di un aiuto “a pioggia”, come i Ristori, ma di un intervento focalizzato su un target di imprese la ripresa delle quali, anche per i settori strategici che occupano, può avere un impatto significativo.
 
Va detto, infatti, che il Fondo nasce nell’ambito delle misure previste dai provvedimenti per il rilancio dell’economia dopo l’emergenza Covid.
 

Dati inquietanti sullo scenario economico

Questo per cercare di creare un argine alla contrazione del PIL 2020 (circa il 9%), [Fonte Banca d’Italia], che determinerà un aumento dei fallimenti, coinvolgendo circa 2.800 imprese entro il 2022, a cui potrebbero aggiungersene altre 3.700, già di fatto in stato di default nel 2020, destinato tuttavia a conclamarsi solo successivamente a causa degli effetti temporanei della moratoria e delle misure di sostegno.
In tutto, potrebbero quindi esserci 6.500 casi di fallimento di imprese entro il 2022, con una parte preponderante già nel 2021.
 
I dati potrebbero essere tuttavia addirittura sottostimati, come dicono gli stessi economisti di Bankitalia, in considerazione della difficoltà di fare previsioni in un momento particolarmente complesso.
Risulta infatti impossibile fare paragoni con precedenti fasi recessive.
 
Per lo stesso motivo le stesse potrebbero essere sovrastimate se le misure di sostegno adottate e l’intensità della ripresa economica fossero tali da consentire una più rapida uscita dalla situazione attuale di fortissima congiuntura negativa.
 
 

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© Questo articolo, a firma di Attilio Sartori, è apparso per la prima volta sul Blog LA MOSSA GIUSTA.
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