"Controllo della Gestione della propria azienda" - parte Prima


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Controllo della Gestione della propria azienda: strumento “principe”

È indispensabile, per l’imprenditore, attivare lo strumento “principe”, quello del quale non può assolutamente fare a meno, per condurre e controllare l’attività di ogni giorno della propria azienda, perseguendo gli obiettivi con consapevolezza: il Controllo di Gestione della propria azienda.
 

Partire dall’Azienda: economia e bisogni umani

«L'azienda è un istituto economico destinato a perdurare che, per il soddisfacimento di bisogni umani, ordina e svolge in continua coordinazione, la produzione o il procacciamento e il consumo della ricchezza.» [Gino Zappa, Economista]
 
Si parte da qui quando si definisce un’azienda, ed è proprio da qui che si comprende come l’imprenditore debba essere attento e preparato, per gestire una realtà ad altissimo valore aggiunto, economico e sociale.
La definizione è della metà del secolo scorso, ma mantiene un’attualità assoluta specie se si parla di PMI.
Nelle PMI - industriali, artigianali, commerciali -  l’imprenditore si trova al centro dell’“istituto economico“, ed è lui, con il suo lavoro ed impegno, a rendere possibile “il soddisfacimento dei bisogni umani”.
È costretto a farlo, però, in mezzo a mille difficoltà che lo portano troppo spesso a sottomettersi a una quotidianità che gli fa dimenticare il valore economico e sociale che può esprimere grazie alla sua impresa.
 
Bisogna uscire da una quotidianità asfissiante e tornare a guardare alla propria azienda per quello che è, ovvero una fucina di iniziative e progetti da realizzare.
 

Iniziative, progetti, gestione quotidiana

Le iniziative da condurre in azienda, i progetti di sviluppo da avviare e controllare, ma anche la gestione quotidiana nel suo continuo alternarsi di operazioni attive e passive, di flussi di denaro in entrata e in uscita, impongono all’imprenditore di acquisire metodologie di lavoro che gli consentano di disporre degli strumenti necessari a dare forma ai propri obiettivi, definendoli puntualmente e individuando i passi necessari per perseguirli.
 

Cos’è il “Controllo della Gestione della propria Azienda”?

Il “Controllo della Gestione della propria Azienda”, sul piano pratico, è un sottosistema della contabilità generale che consente di “mettere a terra” le strategie aziendali, perché finalizzato a definire e ridefinire le previsioni economiche e finanziarie, misurando e rimisurando continuamente lo scostamento tra quanto previsto e quanto via via realizzato.
Quanto sopra non solo in relazione a un progetto di sviluppo, ma, prima ancora, per accertare la conservazione della continuità aziendale, ovvero il mantenimento nel tempo della condizione fondamentale per l’impresa, quella di essere, come dice Zappa, “un istituto economico destinato a perdurare”.
 
Infatti nessun progetto di sviluppo può essere avviato e nessuna consapevole quotidiana conduzione aziendale attuata, se prima non si è accertata la solidità economica e finanziaria dell’impresa stessa.
Il mantenimento di quest’ultima negli anni a venire dipende dall’impatto che sulla stessa possono avere, non solo la realizzazione di progetti di crescita, ma anche la quotidiana dinamica economica e finanziaria che l’impresa, con la propria attività, genera continuamente.
Senza contare che, tanto l’impatto di un progetto di sviluppo, quanto la dinamica propria della gestione quotidiana, non sempre sono la diretta conseguenza dell’agire dell’imprenditore ma, sempre più spesso, sono condizionate da circostanze esterne all’impresa che, in quanto tali, vanno previste attivando le contromisure necessarie a contrastarne le conseguenze negative o intercettarne le opportunità offerte.
 

UN PERCORSO IN PIÙ TAPPE

PARTENZA - Primo passo: “mettere a fuoco” lo stato di salute della propria impresa

Lo strumento rappresentato dal “Controllo della Gestione della propria Azienda” consente all’imprenditore di fare il primo passo di un percorso più lungo.
Il primo risultato offerto dal “Controllo della Gestione della propria Azienda” è la “messa a fuoco” della condizione dell’impresa, ovvero la misurazione del suo “stato di salute”, sia sul piano economico che su quello finanziario.
Quanti sono gli imprenditori che possono dire, con franchezza, di avere “il polso della situazione”, di disporre di una fotografia così nitida della propria azienda da poter avere sicurezza sulla solidità presente e serenità su quella attesa in futuro?
 
Il primo risultato offerto dal “Controllo della Gestione della propria Azienda” è quello di rispondere positivamente a questa domanda: «Sì, io ho il polso della situazione, conosco esattamente lo stato di salute della mia azienda.»
 

PARTENZA - Secondo passo: definire il modello

Non esiste un “Controllo di Gestione” standard.
Esiste un modello, il “Controllo di Gestione”, che, per essere efficace, deve essere però rapportato a
  • le dimensioni dell’impresa
  • le sue caratteristiche
  • la preparazione e disponibilità del comparto amministrativo
  • il grado di accettazione da parte dell’imprenditore.
 
Il “Controllo della Gestione della propria Azienda” è quindi la personalizzazione del più generale strumento “Controllo di Gestione”.
È, quindi, il risultato di un’attività ”sartoriale”, che taglia e cuce perfettamente lo strumento “Controllo di Gestione”, basandosi sulle caratteristiche dell’impresa, del suo comparto amministrativo e del suo proprietario.
 
Non vi è nulla in azienda, sul piano amministrativo, di più concreto del “Controllo della Gestione della propria Azienda”, che infatti considera l’azienda stessa dal punto di vista della sua attività reale, del modo di conduzione, essendo uno strumento in grado di offrire una consapevolezza nuova all’imprenditore, indispensabile per affrontare quotidianamente il suo lavoro, che è quello di coordinare tutte le risorse della sua impresa perché essa persegua, nel tempo, “il soddisfacimento dei bisogni umani”.
 

IN CORSA - Primo passo: guardare avanti elaborando modelli previsionali

L’attività di elaborazione delle previsioni (attività di budgeting) è il cuore del “Controllo della Gestione della propria Azienda”, che garantisce un salto di qualità nella conduzione dell’impresa, non più affidata alle sensazioni dell’imprenditore, ma ricondotta all’interno di un sentiero perfettamente tracciato.
 
Il “Controllo della Gestione della propria Azienda”, come tutti gli strumenti di analisi, in particolare se utilizzati per prevedere gli avvenimenti futuri, elabora le informazioni che il passato e il presente mettono a disposizione, formando la “base dati”, indispensabile per formulare previsioni.
 
Le informazioni devono però essere precise, ovvero tali da rappresentare puntualmente la condizione attuale dell’impresa e definire scenari attendibili.
Le prospettive di vendita devono essere il frutto di analisi concrete, così come i costi attesi delle materie prime e le spese generali, i costi per le risorse umane, gli ammortamenti, gli oneri finanziari, il peso delle imposte, tutto deve essere raccordato all’interno di una sintesi che rifletta, non solo le prospettive economiche, ma anche la capacità dell’impresa, nel proprio ciclo di mantenimento e sviluppo, di generare i flussi finanziari necessari al puntuale soddisfacimento delle obbligazioni assunte.
 

IN CORSA - Secondo passo: evitare gli ostacoli

Con il “Controllo della Gestione della propria Azienda”, l’impresa potrà disporre di uno strumento indispensabile a prevenire, contrastare, scongiurare una possibile condizione di crisi, prevedendo gli effetti delle scelte di investimento operate o previste, misurandone il ritorno, non solo in termini economici ma, soprattutto, in termini finanziari.
 
Una cosa è prevedere correttamente i bisogni finanziari futuri allineandoli alle previsioni all’interno di una procedura di analisi puntuale tale da consentire la gestione della misura, natura e caratteristiche delle fonti di finanziamento necessarie.
Una cosa è avere la riprova dell’idoneità della gestione corrente a generare flussi finanziari adeguati a fronteggiare le necessità di cassa e, in generale, onorare le obbligazioni assunte.
Una cosa completamente diversa è il procedere “a vista”, non disponendo di adeguate informazioni e previsioni, così da non consentire che la ricerca del credito sia commisurata alle effettive necessità identificate con adeguato anticipo e, conseguentemente, impedendo la individuazione della forma di finanziamento più idonea.
 
La peggior figura che l’imprenditore possa fare, dando la peggiore immagine della propria impresa, è l’andare in Banca a chiedere uno sconfino di qualsiasi tipo “oggi per domani”, se non, addirittura, “oggi per oggi”.
«Direttore, la prego, mi “faccia passare” questa ricevuta bancaria, altrimenti il fornitore mi bloccherà la merce. So che in questo modo sconfinerò dai limiti dell’affidamento concessomi, ma mi dia una mano altrimenti devo bloccare tutto.»
Quante volte si dicono in banca frasi come questa e quante volte si dice, all’ultimo momento, ai fornitori, di pazientare per incassare il loro credito.
 
In questi casi il discredito è enorme mentre, all’opposto, l’apprezzamento crescerebbe enormemente, se solo l’imprenditore fosse in grado di rivolgersi a banche e fornitori anticipando loro le proprie necessità, dicendo, con mesi di anticipo, alla banca, che sarà necessario uno sconfino temporaneo sui fidi concessi e, al fornitore, che le consegne che effettuerà in un certo intervallo di tempo futuro, dovranno prevedere dilazioni di pagamento maggiorate rispetto al consueto.
 
Nel primo caso l’imprenditore non ha il polso della situazione della propria impresa, naviga a vista. Non è consapevole dell’entità dei flussi di denaro che l’azienda metterà a disposizione e di quando, se ne sarà in grado, lo farà.
Il giudizio dei terzi finanziatori, siano essi banche o fornitori o soggetti diversi, è in questi casi spietato: «L’impresa non è affidabile perché l’imprenditore è impreparato ed inconsapevole.».
 
La crisi di un’impresa parte normalmente, esattamente da qui.
In questo scenario, le dilazioni di pagamento non verranno concesse, i fornitori affidabili si ritireranno per lasciar posto a quelli via via più inaffidabili, le banche ridurranno gli affidamenti o ne pretenderanno la restituzione immediata.
L’ imprenditore, privato del credito, comincerà a non versare le imposte, a iniziare dall’Iva per finire a quelle dirette, passando per quelle dei dipendenti ed entrerà in uno stato di crisi irreversibile, perché non sarà in grado di fronteggiare, con i flussi di denaro generati dalla ordinaria gestione, le obbligazioni assunte.
 

IN CORSA - si può fare a meno del “Controllo della Gestione della propria Azienda”?

Assolutamente NO!
La mancanza del “Controllo della Gestione della propria Azienda” priva l’imprenditore del primo e più importante strumento per indirizzare la propria azione.
La mancanza di tale strumento costringe l’imprenditore a procedere “al buio”, subendo il rischio concreto che l’impresa precipiti senza possibilità di salvezza.
Ad una non adeguata marginalità faranno inevitabilmente seguito l’inadeguatezza dei flussi finanziari, l’iniziale ricorso compulsivo al credito, a cui seguirà l’impossibilità di far fronte alle sempre maggiori obbligazioni assunte, per finire in una condizione di crisi che comprometterà la possibilità di vita futura dell’azienda, portandola alla liquidazione.
 

IN CORSA - Terzo passo: controllare la strada fatta

Il “Controllo della Gestione della propria Azienda” richiede, non solo lo sviluppo di una attività previsionale, ma anche di un adeguato sistema di controllo.
Non basta prevedere, bisogna misurare continuamente lo scostamento tra gli obiettivi fissati e i risultati ottenuti.
L’attivazione di tale strumento consente di operare su entrambi i fronti, previsione e controllo, individuando gli scostamenti, misurandoli tempestivamente ed identificando le azioni correttive.
 

IN CORSA - Quarto passo: controllare la strada ancora da fare

Il “Controllo della Gestione della propria Azienda” trova la sua possibile e utilissima implementazione con la “Contabilità Analitica”.
Con questa tecnica è possibile dividere verticalmente la gestione economica complessiva dell’azienda per “Centri di Profitto”.
Ogni “Centro di Profitto” identifica un’area che merita un’osservazione puntuale.
Può essere il caso delle singole commesse in un’impresa di produzione o che eroga servizi, oppure dei singoli punti vendita in un’azienda commerciale.
Per ogni “Centro di Profitto, la “Contabilità Analitica” consente l’individuazione del margine netto (il profitto) contrapponendo ai ricavi, i costi di produzione e le spese generali.
 
Il “Controllo della Gestione della propria Azienda”, attraverso la “Contabilità Analitica”, consente, determinando la marginalità di ogni “Centro di Profitto”, di valutarne l’impatto sulla redditività complessiva dell’azienda indirizzando le scelte strategiche.
 

Siamo arrivati: assaporare il piacere di avercela fatta!

Arrivato a questo punto, avendo reso operativo e stabile il “Controllo della Gestione della propria Azienda”, l’imprenditore potrà apprezzare il risultato dello sforzo compiuto per aver portato a termine un percorso non facile, ma neppure impervio, che lo ha condotto a
  • una consapevolezza diversa del suo ruolo
  • una competenza nuova che gli dà la possibilità di dire con soddisfazione, facendolo con cognizione di causa, di avere sotto controllo la propria azienda, di avere “ il polso della situazione”.
 
 

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© Questo articolo, a firma di Attilio Sartori, è apparso per la prima volta sul Blog LA MOSSA GIUSTA.
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