Le ferie dei lavoratori sono un diritto irrinunciabile e non monetizzabile.
Come calcolarle, come goderne e, soprattutto, chi ha il potere di decidere quando è il momento opportuno per andarci?
Come sempre, alla fine dell’anno, a imprenditori e titolari di attività corre l’obbligo di fare mente locale su un aspetto molto importante del rapporto di lavoro: le ferie che il lavoratore ha maturato durante l’anno (01/01 – 31/12) e che devono essere godute entro la fine dello stesso anno.
La normativa italiana stabilisce che il godimento delle ferie è un diritto irrinunciabile del lavoratore e che di conseguenza non è possibile monetizzarle in sostituzione del loro godimento.
Lo scopo principale delle ferie è la reintegrazione delle energie psico-fisiche del lavoratore dopo un periodo prolungato di lavoro.
La maturazione delle ferie è collegata all’effettiva prestazione di lavoro ed è determinata mensilmente per dodicesimi in base al periodo di lavoro prestato o di eventuali assenze per le quali la maturazione avviene comunque (come malattie , maternità, infortunio, ecc.).
In linea generale, fatte salve le disposizioni migliorative dei Contratti Collettivi di lavoro, il lavoratore ha diritto di usufruire di 4 settimane di ferie all’anno che, per l’appunto, maturano di mese in mese.
Nel primo anno di assunzione la fruizione delle ferie potrà essere limitata a 2 settimane, ma per gli anni successivi, dovrà rispettare la norma che prevede la fruizione di almeno 4 settimane l’anno.
In linea generale la decisione circa i periodi ferie da accordare ai lavoratori è demandata al datore di lavoro che deve però cercare di conciliare le esigenze aziendali con quelle dei lavoratori.
Naturalmente la previsione di un periodo di ferie collettive condizionerà le esigenze dei lavoratori che non si potranno sottrarre dal godere le ferie in quel preciso periodo.
E’ possibile, poi, che alcuni Contratti Collettivi, individuino un periodo ben delimitato (ad esempio da maggio a ottobre) durante il quale debba essere programmato il godimento di una parte consistente delle ferie maturate.
La monetizzazione delle ferie è normalmente esclusa.
Tenendo presente che le ferie devono essere godute nell’anno, di norma, non dovrebbero riscontrarsi consistenti residui ancora da godere.
L’unico momento in cui può avvenire la monetizzazione dei residui ferie non goduti è il momento della cessazione del rapporto di lavoro.
Che cosa succede in termini economici all’azienda se le ferie maturate nell’anno non sono tutte godute nello stesso anno?
E’ necessario tenere presente che nel caso di mancata fruizione delle ferie maturate nell’anno, per l’azienda vi sarà un corrispondente aggravio di costi del personale, determinato, appunto, dal residuo ancora da godere al termine dell’esercizio fiscale. Tali maggiori costi si ripercuoteranno direttamente sul conto economico dell’anno di competenza.
E’ bene ricordare che analoga situazione si avrà anche per eventuali residui di permessi o ex festività maturati e non goduti nell’anno di riferimento.
Salvo i casi di periodi di ferie collettive già previsti, è senz’altro consigliabile un’attenta programmazione dei periodi di ferie fin all’inizio dell’anno, attraverso una calendarizzazione dei periodi di assenza concordata con i lavoratori per conciliare le esigenze aziendali e dei lavoratori stessi.
Programmare per tempo aiuta a risparmiare.