Il 6 Aprile 2021 è entrata in vigore la Legge delega al Governo per l’adozione dei decreti volti a RIORDINARE, SEMPLIFICARE E POTENZIARE le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l’assegno unico e universale.
Questo dovrebbe essere, almeno nella volontà del legislatore, una specie di rivoluzione che mette al centro, in un’Italia stretta nella morsa del declino demografico, le nuove generazioni, con un sostegno economico che va da pochi mesi prima della nascita a qualche anno dopo l’età adulta.
Draghi lo definisce “un cambio di paradigma”
Nel suo discorso di poche ore fa al Parlamento in occasione della presentazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza da inviare all’Unione Europea, il Presidente del Consiglio Draghi sull’assegno unico si è così espresso: “diventerà lo strumento centrale e onnicomprensivo per il sostegno alle famiglie con figli, in sostituzione delle misure frammentarie fino a oggi vigenti. È una riforma che rappresenta un cambio di paradigma nelle politiche per la famiglia e a sostegno della natalità.”.
Primo passo verso la riunificazione delle misure
La Legge delega è, quindi, il primo importante passo per dar corso a quanto era ancora sulla carta (dalla legge di bilancio 2020), ovvero la volontà di riunificare in un unico assegno, le varie misure che nel corso del tempo sono state emanate a sostegno delle famiglie con figli con una più allargata platea di beneficiari e una modalità di quantificazione basata sulle risultanze dell’ISEE.
L’ISEE è una fotografia della situazione economica di un nucleo familiare che si determina sulla base del reddito e del patrimonio mobiliare e immobiliare, oltre che del numero dei componenti del nucleo stesso.
Cosa sarà abolito
Il nuovo Assegno unico sostituirà:
il premio alla nascita o adozione (una tantum di €. 800,00 al 7° mese di Gravidanza o all’atto dell’adozione)
l’assegno di natalità ovvero Bonus bebè
il Fondo sostegno natalità (destinato a favorire l’accesso al credito per le famiglie tramite garanzie a banche e intermediari)
l’assegno ai nuclei con almeno 3 figli minori.
Si aggiungeranno, poi, anche:
le detrazioni IRPEF per i figli a carico
l’assegno per il nucleo familiare
Queste ultime due misure verranno gradualmente superate o soppresse.
Chi sono i destinatari dell’assegno universale?
L’assegno sarà destinato a tutte le famiglie compresi i lavoratori autonomi.
Quindi, potranno ricevere tale assegno tutti i nuclei familiari con figli indipendentemente che il genitore sia:
Lavoratore dipendente
Lavoratore autonomo
Percettore di misure di sostegno del reddito.
Chi potrà ricevere l’assegno unico e universale?
L’assegno sarà riconosciuto mensilmente per:
Ciascun figlio nascituro a partire dal 7° mese di gravidanza
Ciascun figlio minorenne a carico
Ciascun figlio maggiorenne entro i 21 anni purché frequenti:
un percorso di formazione scolastica o professionale o università
svolga un tirocinio o un’attività lavorativa con reddito inferiore ad un determinato importo annuale
sia registrato come disoccupato
svolga servizio civile universale
Ciascun figlio disabile anche dopo il compimento dei 21 anni purché a carico.
Condizioni di spettanza
Le condizioni (cumulative) di spettanza:
avere la cittadinanza italiana o essere cittadini comunitari
essere cittadini extracomunitari in possesso di permesso di soggiorno di lungo periodo o del permesso di soggiorno per motivi di lavoro con durata almeno annuale
essere soggetti al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia
essere residenti e domiciliati, con figli a carico, in Italia per l’intera durata del beneficio
essere stato o essere residente in Italia per almeno 2 anni (anche non continuativi), ovvero essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, o a tempo determinato di durata almeno biennale.
Il calcolo dell’assegno
L’assegno sarà modulato sulla base della condizione economica del nucleo familiare, individuata attraverso l’ISEE o sue componenti.
La corresponsione potrà avvenire con una somma mensile di denaro aggiuntiva al reddito percepito (salario, pensione, indennità assistenziale) o sotto forma di credito d’imposta.
Più specificamente, il testo prevede che l’erogazione del contribuito mensile, sotto forma di credito d’imposta o di assegno, sia riconosciuto per ogni figlio a carico dal settimo mese di gravidanza fino al diciottesimo anno di età.
Dopo la maggiore età, se ne avrà i requisiti, l’assegno sarà erogato direttamente al figlio maggiorenne in modo da favorire una sua graduale autonomia.
Ricordiamo i requisiti, ovvero
se sia iscritto all'università
svolga un tirocinio
frequenti un corso professionale
sia impegnato nel servizio civile universale
svolga un lavoro a basso reddito o sia registrato come soggetto disoccupato e in cerca di lavoro presso un centro per l'impiego o un'agenzia per il lavoro.
Vantaggi e svantaggi dell’assegno
La legge delega non permette, a oggi, di stimare concretamente vantaggi o svantaggi dell’assegno Unico, soprattutto rispetto alle misure a sostegno delle famiglie, che andrà a sostituire.
Non è infatti possibile sapere se le risorse stanziate per il nuovo assegno unico, insieme a quelle rese disponibili dalla cessazione delle vecchie misure agevolative, saranno sufficienti per coprire la maggiore platea dei destinatari dell’assegno unico, mantenendo nel contempo il carattere di sostegno economico alle famiglie (non dimentichiamo che lo potranno ricevere anche i lavoratori autonomi che prima potevano contare solamente sulle detrazioni fiscali per figli a carico).
L’Istat ha fatto qualche stima dell’incremento di reddito
Secondo l’Istat il nuovo assegno unico, dovrebbe determinare un incremento del reddito per almeno il 68% delle famiglie, visto che lo potranno percepire anche le famiglie dei lavoratori autonomi che, oggi, non percepiscono gli assegni per il nucleo familiare e che lo percepiranno anche coloro che non raggiungono la soglia per la capienza delle detrazioni fiscali.
Ma per qualcuno ci sarà un peggioramento
Quasi il 30% avrebbe, però, un peggioramento. Le famiglie interessate saranno:
quelle con figli over 21 che non avranno più alcun assegno, mentre ora ottengono le detrazioni per familiari a carico
quelle particolarmente numerose che, sembra, avranno una penalizzazione nella scala di equivalenza ISEE oltre il 4° figlio
le coppie di fatto che prima potevano ottenere l’ANF sul solo reddito del richiedente ma che ora dovranno considerare il reddito di entrambi i genitori
i nuclei che possiedono un patrimonio mobiliare o immobiliare, visto che, fin’ora, sia gli assegni familiari, sia le detrazioni si calcolano solamente sul reddito dei beneficiari.
Una strada ancora in salita
La legge di cui parliamo è una Legge delega, ovvero, con questo provvedimento, il Parlamento ha conferito il compito al Governo, di emanare i decreti legislativi per dar corso a questa riforma.
Il Governo si è impegnato a emanare i decreti di cui parliamo, in tempo per far partire l’assegno unico entro il 1° Luglio 2021.
Per entrare in campo a luglio i tempi sono stretti, la riforma dovrà rispettare il limite delle disponibilità economiche e finanziarie presenti a legislazione vigente e le questioni da definire non sono poche.
Gli argomenti trattati in questo articolo sono redatti in forma semplificata a scopo informativo e divulgativo. Ricordiamo che quanto qui riportato non è che la sintesi delle novità e che, a volte e in alcuni casi, mancano di chiarimenti da parte degli organismi preposti alla loro regolamentazione. Il nostro Ufficio Paghe è comunque a disposizione per ogni approfondimento.
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