Appalti: dalla Legge di Bilancio altri costi e oneri alle imprese


Appalti: dal 2020 aggravio degli oneri per le ditte committenti.

Le nuove norme del decreto fiscale 2020, che regoleranno ulteriormente i rapporti tra imprese committenti e relativi appaltatori (o subappaltatori), determineranno un cospicuo aggravio di oneri a carico di committenti e di tutti i soggetti interessati.
Ci riferiamo all’obbligo che scatta dal 1 gennaio 2020, in capo al committente, di richiedere all’impresa appaltatrice (o affidataria e alle subappaltatrici) l’elenco dei lavoratori impiegati nell’appalto stesso e copia dell’avvenuto pagamento delle relative ritenute fiscali.
Si tratta di aziende Committenti che affidano un’opera o un servizio, di importo complessivo annuo superiore a €. 200.000,00, a un’altra impresa, tramite contratti di appalto, subappalto, affidamento a soggetti consorziati, ecc.
I contratti di cui si parla devono essere caratterizzati dal prevalente utilizzo di manodopera presso le sedi di attività del committente, con l’utilizzo di beni strumentali di quest’ultimo.
Il versamento delle ritenute fiscali da parte delle aziende appaltatrici o subappaltatrici, dovranno essere effettuate distintamente per ciascun committente, senza possibilità di compensazione.
 

Come farà il committente a verificare l’effettivo pagamento delle ritenute?

Entro 5 giorni lavorativi successivi alla scadenza del versamento delle ritenute fiscali, l’impresa appaltatrice, dovrà trasmettere al committente (e per le imprese subappaltatrici anche all’impresa appaltatrice) le deleghe e l’elenco nominativo di tutti i lavoratori impegnati, nel mese precedente, nelle opere o servizi affidati dal committente.
Nell’elenco si dovrà indicare:
  • Il codice fiscale di ogni lavoratore.
  • Le ore di lavoro prestate da ciascun lavoratore.
  • La retribuzione corrisposta collegata alla prestazione per ogni lavoratore.
  • Le ritenute fiscali effettuate nel mese precedente nei confronti di ogni lavoratore con separata indicazione di quelle relative all’attività lavorativa nell’appalto o servizio ( a partire dai versamenti in scadenza in febbraio 2020 ).
 

Cosa succede se l’impresa appaltatrice non ottempera agli obblighi?

Nel caso in cui l’impresa appaltatrice non invii al committente i dati richiesti e le attestazioni di pagamento delle ritenute o se le ritenute pagate non fossero pagate in tutto o in parte, il committente dovrà sospendere il pagamento del credito maturato dall’impresa appaltatrice o affidataria.
La sospensione del pagamento dovrà essere mantenuta finché perdurerà l’inadempimento e potrà riguardare un importo fino al 20% del valore complessivo dell’opera o del servizio, ovvero pari all’ammontare delle ritenute non versate rispetto ai dati trasmessi.
Il committente, inoltre, dovrà dare comunicazione dell’inadempimento, entro 90 giorni, all’Agenzia delle Entrate.
 

Che cosa rischia il committente se non sospende il pagamento?

Il committente che non bloccherà i pagamenti, sarà obbligato al pagamento della stessa sanzione già erogata all’impresa appaltatrice per la violazione degli obblighi di corretta determinazione delle ritenute e di corretta esecuzione delle stesse, e il relativo tempestivo versamento, senza possibilità di compensazione.
 

Ma proprio non c’è scampo?
Come si può evitare questo appesantimento amministrativo?

Sarà possibile evitare tutto ciò se le aziende appaltatrici presenteranno al committente, al posto della documentazione sopra citata, il ”DURC FISCALE” ( o DURF: documento unico di regolarità fiscale) di nuova emanazione.
 

Che cos’è il DURF e chi lo può ottenere?

Il nuovo DURF è una certificazione che verrà emessa dall’Agenzia delle Entrate alle imprese in possesso dei seguenti requisiti:
  • Risultino in attività da almeno tre anni.
  • Siano in regola con gli obblighi dichiarativi.
  • Abbiano eseguito nel corso dei periodi di imposta alle quali si riferiscono le dichiarazioni dei redditi presentate nell’ultimo triennio, complessivi versamenti registrati nel conto fiscale per un importo non inferiore al 10% dell’ammontare dei ricavi o dei compensi risultanti dalle dichiarazioni.
  • Non abbiano iscrizioni a ruolo o accertamenti esecutivi o avvisi di addebito affidati agli agenti della riscossione relativi all’IRPEF, all’IRAP, ed alle ritenute ed ai contributi previdenziali non superiori a 50.000 euro, per i quali i termini di pagamento siano scaduti e siano ancora dovuti o non vi siano provvedimenti di sospensione, con la sola eccezione di somme oggetto di piani di rateazione in corso.
La certificazione avrà la durata di 4 mesi dalla data del rilascio.
 

Quali vantaggi per le aziende che possono far valere il DURF?

Il possesso del DURF determinerà la possibilità di:
  • Evitare di dover effettuare i pagamenti delle ritenute distintamente per ogni committente.
  • Accedere alla compensazione nei versamento delle ritenute (come era possibile fino ad ora).
  • Evitare la sospensione del pagamento da parte del committente.
  • Evitare il divieto di compensazione per estinguere i debiti relativi a contributi previdenziali e assistenziali e premi assicurativi obbligatori, maturati nel corso della durata dell’appalto, in relazione ai dipendenti interessati all’appalto.
 

Come fare per ottenere il nuovo DURF?
Per ora non si sa.

Purtroppo, ancora, non ci sono istruzioni per ottenere il DURF presso l’Agenzia delle Entrate.
Malgrado la richiesta, da parte di professionisti e operatori, di un rinvio dell’entrata in vigore della norma, non c’è traccia di un ripensamento da parte del Governo, con la prospettiva, che, almeno per i primi tempi, tutti, anche coloro che potranno a regime avvalersi del DURF, debbano fornire ai committenti la massa di dati relativa ai dipendenti impegnati nell’appalto e le quietanze di pagamento del Mod. F24 relativo alle ritenute.
Si prevedono molti disagi, soprattutto nei primi tempi, a causa della necessità da parte delle case di software di implementazione dei programmi di elaborazione paghe e dei tempi tecnici per realizzarla.
In questa maniera, i committenti diventeranno “controllori” del Fisco, visto che saranno loro (e a costo zero per il Fisco) a fare le prime verifiche sulla correttezza degli adempimenti fiscali dei propri appaltatori.
Una scelta di campo che conferma l’incapacità del Fisco di controllare e prevenire, in prima persona, elusioni o evasioni, e che riverbera le proprie conseguenze sulle aziende gravandole ulteriormente di costi e adempimenti burocratici.
 
Vi terremo informati.
 

Il nostro Ufficio paghe è sempre a disposizione per approfondire l’argomento e per cercare insieme la soluzione più consapevole ed appropriata.

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© Questo articolo, a firma di Nicoletta Michielin, è apparso per la prima volta nella Rubrica IMPRESA E DIPENDENTI.
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